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Ottobre mese del Rosario: tentazioni tra Douala e Yaoundè

di Don Silvio Roggia SDB

Carissimi tutti,

 la tentazione è troppo forte!

Sono in viaggio da Doula a Yaoundè sul ‘Garanti’ bus partito stamattina alle sette.

Ho un bel cumulo di documenti da tradurre perchè dopodomani iniziamo a uno dei nostri meeting regionali (=Africa e Madagascar) e l’arcobaleno delle lingue è una delle meraviglie con cui fare i conti: bisogna che tutto il materiale sia espresso almeno in inglese, francese e italiano (portoghese se si riesce).

Dunque ero immerso nel laptop a tradurre, perchè come al solito sono in ritardo e il tempo stringe.

 Ma proprio a mezzo metro da me c’è una bellissima ragazza. Non sono mai stato parte di una giuria per valutrare le Miss. Ma senza esitazione posso dire che su questo bus la mia vicina non ha problemi a vincere il primo premio.

 Adesso vi spiego al tentazione che mi ha fatto smettere di tradurre  e inziare il ‘carissimi tutti’.

Ha fatto un bel po’ di ‘lavoro’ col suo telefono ‘pad’ (di che generazione non lo so... ho perso il conto dei cambi tra un modello e il successivo; il mio è preistorico rsipetto al suo): mi ha incuriosito all’inizio per via della abilità che aveva nello scrivere nonostante i due centimetri di unghie smaltate da maneggiare insieme all’interfaccia sensibile dello screen del telefono. A un certo punto la nostra ‘Miss Garanti’ ha estratto dalla sua borsetta un oggetto e un foglio di istruzioni che avrebbe sbalordito probabilmente gli altri passeggeri se il viaggio fosse su un mezzo pubblico in Italy e non in Cameroon. Qui invece non solo non stupisce ma è normale per tutti e non toglie un puntino alla sua qualità di Miss... anzi, son certo che gli altri passeggeri nei sedili vicini hanno aggiunto solidi punti di merito nella loro silenziosa valutazione.

 L’oggetto che la Miss sta usando in questo momento, leggendo di quando in quando le istruzioni su un panflet che illustra in venti quadretti come funziona, è fatto di cinquanta grani più piccoli, 5 più grandi dopo ogni dieci: è di legno con delle belle decorazioni ‘african style’ tenute insieme da un filo di corda dal sapore francescano.

 La Miss sta dicendo il rosario e non è affatto disturbata dal farlo, come non lo sono i suoi vicini che come me ne sono consapevoli.

 Come non essere tentato di raccontarvelo?

Quel che mi titilla il cervello non è tanto questa scena non inusuale sui nostri bus qui (Ghana o Cameroon) ma il contrasto tra i nostri mondi se provo a immaginarmi seduto sul pulman che da Corso Vittorio mi ha portato a Malpensa (l’ultimo che ho preso).

 Qui la fede  è il tesoro nel campo e chi lo trova non ha nessuna paura di far festa, di far vedere agli altri che è proprio contento di essere cristiano. La stessa cosa si può dire dei nostri fratelii e sorelle mussulmani. (Insisto: fratelli e sorelle miei. Ottime persone. Ne conosco tanti e siamo legati da una sincera amicizia).

Qui la preghiera non è solo un fatto privato da fare di nascosto. E quando sanno che sei prete e ti chiedono di pregare per loro o benedirli non è una formalità: è un desiderio sincero.

E se, soprattutto nei villaggi, queste benedizioni, a volte distratte, per lo più in una lingua che chi ascolta non capisce, fanno davvero guarire, fanno miracoli, è perchè la fede di quella gente semplice, mamme che non sanno leggere o scrivere, è a 18 carati: ha l’intensità evangelica che sposta le montagne.

 Il 7 di ottobre è la festa della Madonna del rosario. Se vi viene la tentazione di scroallarvi di dosso tutte ste fisime europee del ‘politically correct’ e tornare a prenderlo e ad usarlo ogni tanto, magari in quel formato ‘digitale’ che si può pregare dappertutto (l’aveva al dito il funzionario dell’immigrazione che mi ha controllato ieri il passaporto ad Accra e gli ho fatto i complimenti) NON CACCIATE LA TENTAZIONE.
Lasciatevi trasportare, come è capitato a me stamattina.

 É un ‘adesso’ che ci fa del bene più di tante altre ricette che riempiono la nostra giornata. Ci fa del bene sempre e dappertutto. Fino all’ora della nostra morte. Amen.

 Ciao Silvio