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Pentecoste

di Giuliana Martirani

Pentecoste: la festa delle differenze

Vi sono, poi, doni differenti dati alle differenti persone e comunità

ma uno solo è il Signore.

Vi sono poi modalità differenti in cui viene costruito

il Regno di Giustizia e di Pace ma uno solo è Dio che opera tutto e in tutti.

E a ciascuna persona e all'uno e all'altro sesso, a ciascuna comunità e a ciascun popolo

è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune di tutta la Terra.

A una persona, a un sesso, a una comunità, a un popolo, viene dato il dono della sapienza,

del saper vedere dentro le cose, del saperle percepire, capirne il senso,

viverle in sintonia con il tutto, saper discernere, essere giusti.

Ad essi è dato il dono dell'interiorità.

Ad alcuni viene dato il dono della scienza,

della tecnologia, del saper costruire utensili, macchinari, tecniche.

Ad essi è dato il dono del metodo.

Ad altri il dono della fiducia in Dio, dell'abbandono a Lui, della spiritualità più alta.

Ad essi è dato il dono della fede.

Ad alcuni la concretezza delle opere,

del saper guarire le piaghe dei poveri,

dei Paesi impoveriti, degli ammalati,

così come le ferite degli sconsolati,

degli afflitti e dei depressi, e fare miracoli:

dove c'è miseria far fiorire il benessere,

dove c'è malattia far nascere ospedali e medicine,

dove c'è violenza far nascere giustizia, diritti umani e pace.

Ad essi è dato il dono della carità.

Ad altri viene dato il dono del saper prevedere,

intuire l'andamento economico, politico,

quale sbocco avranno le scelte fatte, che effetti produrranno sul futuro.

Ad essi è dato il dono della profezia.

Ad alcuni del saper giudicare le persone e gli avvenimenti,

sapervi guardare dentro, ma anche saper educere, tirar fuori,

in modo da poter orientare persone e popoli,

dare delle indicazioni, delle direzioni.

Ad essi è dato il dono dell'orientamento e dell'educazione.

Ad altri viene dato il dono di saper comunicare, saper parlare molte lingue,

aver facilità di comunicare via satellite, via internet,

ma anche saper facilitare la comunicazione

con tecniche nonviolente nei gruppi di studio, nelle sedute terapeutiche.

Ad essi è dato il dono della comunicazione.

Ad alcuni viene dato il dono della interpretazione delle lingue, delle culture,

delle cose che si dicono, del saper cioè andare a fondo della comunicazione,

individuarne gli orientamenti culturali, filosofici, etici.

Ad essi è dato il dono della cultura.

Ma tutti questi doni sono dati dall'unico e solo Spirito che li distribuisce come vuole.

Come infatti il corpo, pur essendo uno ha molte membra

e tutte le membra pur essendo molte sono un corpo solo,

così tutte le persone, l'universo maschile e quello femminile, ogni gruppo umano,

tutti i popoli, le razze, le religioni della Terra, pur essendo molti e differenti tra di loro

sono tutti illuminati dallo Spirito di Dio,

sono tutti di Cristo e testimoniano al mondo il volto del Padre.

Se il piede dicesse « poiché io non sono mano non appartengo al corpo »

e se analogamente una persona o un sesso, una comunità, un popolo

lo dicesse, direbbe in modo molto sbagliato.

Perché come il corpo non risulta di un membro solo ma di molte membra

così tutta l'umanità e tutta la Terra non può essere omologata

a una sola civiltà religione, cultura, sesso che si reputi superiore ad altre.

Ma invece ogni singola persona, l'uno e l'altro sesso, ogni comunità

e ogni popolo della Terra costituiscono le molte membra differenti

dell'unico corpo di Dio, il Cristo.

Perché Dio ha disposto le membra in modo differente nel corpo,

come Egli, nella sua infinita saggezza, ha voluto.

E come nessun membro del corpo può dire di essere superiore o migliore di un altro,

così nessuna persona o sesso, nessuna comunità e nessun popolo,

può dirsi più civile, più sviluppato, più colto, o più umano di un altro.

Anzi come quelle membra del corpo che sembrano le più deboli,

sono le più necessarie, così le persone, il sesso, le comunità

e i popoli più deboli e insignificanti, impoveriti,

sono anche i più necessari per arrivare al mondo di fraternità voluto dal Padre.

E come le parti del corpo che sembrano le meno onorevoli,

le circondiamo di maggiore rispetto,

così le persone malate, handicappate, le comunità traballanti,

i popoli indeboliti e impoveriti da altri popoli

sono circondati da Dio di maggiore riguardo perché più bisognosi di cure.

Perché Dio ha composto il corpo della Terra e dell'umanità,

conferendo maggiore onore, riguardo e attenzione a ciò che ne mancava

perché non vi fosse disunione nel corpo.

Ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre.

Perché se un solo membro del corpo soffre,

se una sola persona, una sola comunità, sesso, popolo è offesa e soffre,

nessun membro può essere felice.

Così se una sola persona, una comunità, un sesso, un popolo gioisce

tutti gli altri gioiscono con lui.

Ora tutti noi, persone, comunità, popoli, razze e religioni del mondo

siamo un solo corpo, il corpo di Dio nel mondo.

Preghiere in cammino

Noi siamo delle "preghiere in cammino".?

Andiamo in giro a far scuola,

andiamo a lodi e vespri,

andiamo a fare le faccende nelle nostre case...

e interroghiamo Dio e parliamo con Lui

e "custodiamo nei nostri cuori" tutte queste parole

che ci scambiamo.

Gli chiediamo conto delle sue parole, della sua Parola

che ha messo nel nostro cuore come ferro incandescente.

Studiamo e ci interroghiamo

chiedendo a Lui dove abbiamo mal interpretato.

Andiamo ad una riunione

e camminando per le strade delle nostre difficili città

lo interpelliamo, il Signore,

sulla fondatezza dei suoi obiettivi

di giustizia e di pace

che un giorno condividemmo a tal punto con Lui

da impegnarci vita, carriera, famiglia e soldi.

Noi siamo sempre di più, ogni giorno di più

delle "preghiere in cammino".

Gli chiediamo: Signore, dicci,

quando proclamavi solennemente "Beati i poveri"

e paradossalmente perché anche allora essere ricchi era meglio,

alludevi solo a quelli spiritualmente poveri, nevvero?

Quelli un pò depressi e senza senso alla loro vita,

un pò annoiati e spiritualmente cimici rinsecchite, nevvero?

O parlavi anche di Susy

messa a 10 anni dietro una vetrina bordello

perché venduta da una famiglia povera

a una pescatrice di bimbe-prostitute che l'ha messa a far la vita?

E tu Signore ci volevi fare "pescatori di uomini", nevvero?

O parlavi dei milioni, pardon miliardi oramai,

di Mugabe, Mercedes, Annette...

che marciscono nei bassifondi della storia,

dove li abbiamo spinti sempre più in basso noi

e le nostre società opulente sedute sulla loro fatica di schiavi?

Come delle "preghiere in cammino"

con la testa confusa e il cuore in pianto, in questi nostri giorni bui

pieni di luccichii d'oro, falso oro e brillanti che non luccicano

noi ti chiediamo: Dicci, Signore, quando altisonante e assurdo

tu proclamavi "Beati gli afflitti", di che parlavi dicci,

della signora che piange perché non ha avuto la pelliccia

e del marito che non ha avuto la giusta promozione

nonostante abbia portato la borsa del suo capo?

O parlavi dei milioni di bambini che sfacchinano dall'alba al tramonto

per le nostre scarpe, i giocattoli, i tappeti, le felpe e tutto il resto

che riempiono le nostre stupide case lussuose?

O parlavi dei morti uccisi dalle guerre civili,

bambini, donne e vecchi,

o parlavi di chi muore di aids e di chi ce l'ha già

nel ventre della mamma

o lo prende succhiando al suo seno avvizzito e malato?

Mentre con la mente in subbuglio e il cuore gonfio

sempre di più siamo "preghiere in cammino"

noi ti chiediamo, Signore:

quando all'apice della violenza imperiale del tuo tempo

tu candido e tranquilllo dicesti "Beati i nonviolenti"

chi stavi implicitamente redarguendo,

solo gli zeloti e le loro manifestazioni violente

con i soliti sassi che in quella terra pietrosa

sono lì pronti per esser tirati,

o alludevi anche a quella dei centurioni e dell'impero romano

con le sue regole istituzionali violente,

col suo ‘si vis pacem para bellum',

cogli schiavi tramandati di padre in figlio,

e con la sua conquista di territori altrui e anche del tuo paese?

Mentre a capo chino riflettiamo sui giorni bui del nostro mondo

noi siamo delle "preghiere in cammino"

e ti chiediamo, Signore: quando tu, come se fosse niente,

dicesti "Beati gli affamati e assetati di giustizia"

dicci, Signore a quale giustizia alludevi,

solo a quella dei tribunali e delle loro sentenze

dove purtroppo sempre più il giudizio è sovvertito

per ingraziarsi quel potente o quello opposto,

solo a quella che proclamano con parole altisonanti

ministri e deputati, magistrati e poliziotti

in una guerra per bande che ha per posta la giustizia,

oppure alludevi alla giustizia per il misero e l'oppresso,

per l'indifeso e il calpestato,

per i popoli interi sottomessi agli interessi degli investitori,

alla borsa, al prodotto interno lordo, ai paesi leader

e agli interessi strategici delle nazioni potenti,

anzi dell'unica nazione imperante?

Dicci, Signore, gli chiediamo sempre più perplessi ormai

perchè pensiamo di non riuscire a capire quanto andava dicendo,

dicci Signore, ma quando dicevi "Beati i misericordiosi?"

alludevi solo al ‘prenderersi cura'

di chi è ferito dalla nostra economia globale sempre più canaglia

e dalla nostra politica sempre più guerresca

oppure ci invitavi a ‘prendere a cuore',

sentirle coi palpiti del cuore,

le conseguenze della nostra consapevole e inconsapevole

partecipazione all'immiserimento dei tuoi figli?

E quando proclamavi assurdamente "Beati i puri", Signore,

alludevi solo ai voti delle suore e dei frati, nevvero?

non la stavi sornionamente additando, la purezza della mente e dello spirito,

anche ai politici dell'epoca, i farisei

e agli scribi d'allora, scienziati e intellettuali

che con ricche commesse appoggiano scientificamente

il potere dei potenti?

Dicci, Signore, gli chiediamo

mentre siamo sempre più "preghiere in cammino"

quando sul monte delle tue beatitudini,

in tempo di occupazione, di terrore e guerra

tu dicevi assurdamente e paradossalmente

"Beati i costruttori di pace"

proclamavi, nevvero? beati

quelli che per difendere e garantire la pace

han fatto le bombe e le han sganciate,

fanno le mine e le nascondono

e mettono nel budget del paese sempre più danaro

per distruggere gli altri,

e dicevi beati quelli che ricorrono al terrore per farsi giustizia,

e quelli che parlano di "guerra giusta"

e che inventano ora "la guerra preventiva"

per evitare che la rabbia dei poveri li colga all'improvviso

e per mostrare i denti agli altri paesi

che non gli venga in mente di poter ragionare alla pari

e difendere in modo nonviolento la pace?

Oppure, Signore, tu volevi il banchetto, la festa

di tutti gli uomini e le donne del tuo creato?

Siamo una preghiera in cammino e ti chiediamo con ostinazione,

Signore:

ma quando, prendendo in parola la Parola

abbiam scommesso la nostra vita

facendo obiezione di coscienza al danaro

per impegnarci sulla povertà

facendo obiezione di coscienza al successo

per impegnarci sulla purezza

facendo obiezione di coscienza alla sfida a Dio

per obbedire al tuo regno di giustizia e di pace,

dicci Signore, eravamo nel torto, vedevamo in modo esagerato

oppure tu volevi che ci salvassimno solo le nostre piccole anime

in un'ascesi personale

che non intaccasse in niente le sorti del mondo dei miliardi

di nostri fratelli?

Dicci, Signore, era forse delirio di onnipotenza

pensare di poterti aiutare a salvare il mondo di Susy, Mugabe e Mercedes e Annette?

Oppure volevi che con la nostra vita personale e comune

la mostrassimo proprio a tutti la tua via per essere felici,

pardon beati,

e che fossimo testimoni viventi che quella è l'unica via

per la felicità di tutto il mondo,

per la festa del tuo regno, pardon delle tue democrazie,

di giustizia e di pace?

 

Giuliana Martirani