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Adolescenza: Marco ce l'ha fatta! e non è il solo

di Rosanna Carlotti

Conosco il Soggiorno Proposta da quando il salesiano Don Gigi inizia questa avventura. Siamo ad Ortona in Abruzzo nel 1984, dove una signora del posto Donna Mira Cespa, dona ai salesiani una casa colonica con annesso terreno da usare per un’opera a favore dei giovani. Nasce così il primo centro della comunità “San Pietro” con i primi ragazzi. Nel giro di qualche mese la casa si riempie e i centri diventano tre.

La società non difende i giovani

Ma torniamo al 1984. E’ un periodo storico dove il disagio giovanile diventa un fenomeno che si diffonde a macchia d’olio forse perché sempre più difficile diventa trovare un senso alla vita. I tradizionali valori che hanno sostenuto le precedenti generazioni e che provengono soprattutto dalla famiglia, dalla scuola, dalla fede, si vanno sbriciolando. La droga e l’alcool stanno sempre insinuandosi nella vita dei giovani come “terapia” alle difficoltà di ogni giorno.

 Raccogliere la sfida

Don Gigi raccoglie questa sfida ed inizia ad occuparsi di questa nuove problematiche, creando nel 1984, una comunità che possa dare loro un sostegno ed una speranza. Questa fonda le sue radici nella filosofia educativa di Don Bosco, riassumibile in sei punti: clima di famiglia; spirito di ottimismo; ambiente di fiducia e di festa; lavoro e sacrificio; metodo preventivo; la regola maestra di vita.

Accogliere e amare

Durante questi 29 anni, ho visto passare ragazzi provenienti da tante regioni soprattutto del centro-sud, maschi e femmine, giovanissimi e meno giovani ma tutti con storie non semplici, a volte molto complicate, spesso drammatiche , sempre dolorose. Per tutti è riservata un’accoglienza affettuosa e benevola perché la vita di ognuno di questi ragazzi è preziosa agli occhi di Gigi e di chi con Lui, operatori e volontari, si dovrà occupare di loro.

Il caso di Marco

Ho conosciuto ed amato un ragazzo, Marco, che è arrivato al Soggiorno Proposta, dopo aver vagato per sette anni da una comunità all’altra, dopo aver sperimentato il carcere, la strada, la dimensione degli ultimi. Ha 37 anni ed oltre venti anni di tossicodipendenza sulle spalle.

Sembra un caso irrecuperabile. Ma Lui si è messo nelle mani della gente che lo ha accolto, soprattutto di Gigi , si è fidato ed affidato. E ce l’ha fatta. All’uscita della comunità, dopo aver finito il programma non è stato lasciato solo ma era sufficientemente pronto per affrontare un mondo nuovo per Lui ed un pesante lavoro in fabbrica. Non ha mollato mai, anche se le fatiche e le prove dell’affido a volte sembravano schiacciarlo. Dopo qualche mese proprio nell’ambiente di lavoro, incontra la donna che ama, da cui è riamato e che ha accettato da subito tutto il suo passato. Ora sposati da nove anni, hanno la loro casa e due figli. Sono una famiglia normale con le normali difficoltà di una famiglia.

Con cuore di mamma

Io sono felice di aver vissuto da vicino questa storia e di continuare a farlo. Ogni volta che ci incontriamo non smetto di dirgli: “Tu la mattina, sempre, quando apri gli occhi, ricordati di ringraziare il Signore, perché nonostante tutto: sei ancora vivo, stai fisicamente bene, il tuo cervello continua a funzionare. La tua vita è un miracolo”. Se questo dico a Marco, ai giovani che ancora stanno facendo il percorso comunitario dico:” Se Marco ce l’ha fatta, non c’è nessuno di voi che può pensare di non esserne capace.”  Sicuramente non da soli!

Certo non tutte le storie hanno avuto ed hanno un epilogo felice: c’è chi ha mollato prima di finire il programma, chi è ricaduto dopo essere uscito dalla comunità, chi non c’è più. Ma ce ne sono tanti, di tutte le epoche dal lontano 1984 ad oggi, che stanno bene, che hanno ritrovato dignità e libertà, che si sono ripresi completamente la vita.

Sono felice di avere avuto dal cielo l’opportunità prima con mio marito poi da sola, di condividere con Gigi questa avventura, di aver avuto la possibilità di amare tante persone, di sentirmi amata ed ancora viva, di aver conosciuto e condiviso il dolore di tanti genitori, di aver stabilito legami intensi e gratuiti.