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Don Bosco, "missionario"

Tra il 1871 e il 1872, don Bosco fece un sogno drammatico. Lo narrò prima a Pio IX, pare, poi ad alcuni dei suoi salesiani…

« Mi parve trovarmi in una regione selvaggia e totalmente sconosciuta. Era un’immensa pianura incolta, nella quale non si scorgevano né colline né monti. Nelle estremità lontanissime, però, si stagliavano aspre montagne. Vidi numerosi uomini che la percorrevano.
Erano quasi nudi, di statura straordinaria. Avevano capelli ispidi e lunghi, colore abbronzato e nerognolo. Erano vestiti soltanto di larghi mantelli di pelli di animali, che loro scendevano dalle spalle. Per armi usavano una lunga lancia e la fionda. …
Intanto vidi in lontananza un drappello di altri missionari. Erano chierici e preti. Li fissai con attenzione, e li riconobbi per nostri salesiani. … Quegli uomini abbassarono le armi e accolsero i nostri con ogni segno di cortesia.  … Ed ecco uno dei salesiani intonare: Lodate Maria, o lingue fedeli, e tutti a una voce, continuarono il canto, con tanta forza di voce che io, quasi spaventato, mi svegliai ».

Quel sogno ebbe un notevole peso nella vita di don Bosco.

Una richiesta concreta

Richiamati in Italia dal Concilio Vaticano I, numerosi vescovi missionari alimentarono entusiasmo per le missioni e per la vocazione missionaria nel cuore della gente e di tanti giovani in tutte le parti d’Italia.
In tanti cercano don Bosco e i suoi Salesiani per rispondere ad esigenze di educazione e di vangelo tra i giovani delle loro diocesi. I sogni missionari, ben cinque, gli fanno intuire il graduale sviluppo mondiale della sua opera.
La domanda concreta giunge dall’Arcivescovo di Buenos Aires il 22 dicembre del 1874. La proposta era duplice: assumere in Buenos Aires una parrocchia popolata da immigrati italiani; far funzionare un collegio per ragazzi, da poco terminato.

La sera del 29 gennaio, in quel tempo festa di san Francesco di Sales, fece radunare artigiani, studenti e confratelli nella sala di studio, dov’era eretto un palco. Vi salì Don Bosco, il console argentino a Savona, Gazzolo, in una pittoresca uniforme, i membri del Capitolo Superiore e i direttori delle case salesiane.
All’assemblea attentissima, don Bosco annunciò che, con l’approvazione del Papa, i primi salesiani sarebbero presto partiti per le missioni dell’Argentina meridionale. Quelle parole suscitarono  entusiasmo incontenibile nei giovani e nei salesiani.

Don Bosco missionario della Chiesa

Mettiamo il nostro sassolino nel grande edificio della Chiesa” così affermava nel progettare la prima spedizione missionaria.
“Era stato gettato un fermento nuovo fra allievi e giovani salesiani. Il 5 febbraio Don Bosco dava l’annuncio della prima spedizione missionaria a tutti i salesiani che risiedevano fuori Valdocco. La sua circolare pregava i salesiani che desideravano partire volontari di presentare domanda scritta.
Quasi tutti si offrirono candidati per le missioni. “Cominciava una nuova storia”. Tra quelli che avevano risposto al suo invito don Bosco scelse sei sacerdoti e quattro coadiutori.
Capo della spedizione sarebbe stato Giovanni Cagliero, il ragazzo su cui, in visione, aveva visto un giorno lontano curvarsi due indi giganteschi color rame. A 37 anni, diventato un sacerdote robusto, gioviale, intelligente e di un’attività esuberante, don Cagliero si preparava a diventare in America l’uomo della situazione.

Prima Spedizione Missionaria

L’11 novembre 1875, nel santuario di Maria Ausiliatrice, don Bosco diede loro l’addio. Alle 16 la chiesa era piena da traboccare. Al termine dei vespri, don Bosco salì sul pulpito, e tracciò ai partenti il programma della loro azione. In primo luogo si sarebbero occupati degli italiani emigrati in Argentina:
«Vi raccomando con insistenza particolare la posizione dolorosa di molte famiglie italiane. Voi troverete un grandissimo numero di fanciulli e anche di adulti che vivono nella più deplorevole ignoranza del leggere, dello scrivere e di ogni principio religioso. Andate, cercate questi nostri fratelli, che la miseria e la sventura portò in terra straniera?».

Poi avrebbero iniziato l’evangelizzazione della Patagonia: «in questo modo noi diamo inizio a una grande opera, non perché si creda di convertire l’universo intero in pochi giorni, no! Ma chi sa che non sia questa partenza e questo poco come un seme da cui abbia a sorgere una grande pianta? Chi sa che non sia come un granellino di miglio o di senapa, che a poco a poco vada estendendosi e non abbia da produrre un gran bene?». 
Al termine, don Bosco diede ai partenti il suo abbraccio paterno. Ognuno dei partenti aveva con sé un foglietto con “20 ricordi speciali” scritti da don Bosco. Li aveva tracciati a matita nel suo taccuino durante un recente viaggio in treno, e li aveva fatti ricopiare per tutti. Sono un vero “distillato” di come don Bosco voleva i missionari salesiani. I 4 più significativi:

1. Cercate anime, ma non denari, né onori, né dignità.

5. Prendete speciale cura degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi e dei poveri, e guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini.

12. Fate che il mondo conosca che siete poveri negli abiti, nel vitto, nelle abitazioni, e voi sarete ricchi in faccia a Dio e diverrete padroni del cuore degli uomini.

20. Nelle fatiche e nei patimenti, non si dimentichi che abbiamo un gran premio preparato in cielo. Amen.

Lo stesso 11 novembre, don Bosco accompagnò i missionari fino a Genova, dove s’imbarcarono il giorno 14 sul piroscafo francese Savoie.
L’avvenire non si profilava facile. Ma don Cagliero portava con sé un biglietto su cui don Bosco gli aveva scritto:
«Fate quello che potete: Dio farà quello che non possiamo far noi. Confidate ogni cosa in Gesù Sacramentato e in Maria Ausiliatrice, e vedrete che cosa sono i miracoli».

Oggi i salesiani sono in 132 Paesi del mondo, tra i quali ci sono tutti i Paesi più poveri, ed educano milioni di giovani.