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Anch'io sono un ex allievo dei salesiani.

di Mario Rebeschini

I salesiani di tutto il mondo stanno festeggiando i 200 anni della nascita di don Bosco.
Anche a Bologna nelle Parrocchie salesiane del Sacro Cuore in Bolognina e nella Parrocchia don Bosco nel Quartiere Savena, grandi festeggiamenti con incontri, cene, musical e una partecipata camminata per famiglie nel Parco dei Cedri.
Grande anche la partecipazione di studenti delle scuole dell’istituto salesiano di via Jacopo della Quercia nel Duomo alla messa che si è conclusa con il canto “Giù dai colli” che ha fatto luccicare gli occhi a tanti ex allievi anche loro presenti.

Ps.: Anch’io sono un ex allievo dei salesiani.
Finita la guerra nelle macerie si giocava con bombe a mano e tutto quello che si trovava. Non mancavano le pietre per grandi sassaiole contro le bande dei quartieri vicini.
Poi i salesiani aprono un grande spazio nella Bolognina che chiamano “oratorio”. Ci avviciniamo con sospetto. Davano palloni, bigliardini, cinema. In cambio ci chiedevano di smettere di bestemmiare e alla sera solo un “Padre nostro”.

Siamo andati tutti lì. Ci si divertiva e non avevamo più problemi con la legge.

La “Turris”, la nostra squadra di calcio cresciuta in un campo di terra battuta e erbacce arriva addirittura in promozione.
Molti diventano calciatori professionisti. Riapre la scuola dei mestieri che era stata sospesa per la guerra. Si può scegliere tra calzolai, sarti, falegnami, meccanici, legatori e tipografi.
Senza chiederlo mio padre decide che io e mio fratello dovevamo fare i tipografi. Io entro nei compositori, Giancarlo negli stampatori.
Dopo tre anni anche noi e i nostri amici avevamo già un buon mestiere e un lavoro assicurato.
Ecco perché avrò sempre una grande riconoscenza per i salesiani e il loro grande fondatore.