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Omelia della XIX domenica per anno B, 09_08_2015 Assimilare Cristo che è pane vivo

di Colombo Don Ferdinando

 + Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».

Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.

Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

 

Abbiamo già sottolineato che per 5 domeniche stiamo leggendo il cap.6 di San Giovanni che ha un unico grande tema: Gesù è il Pane, che se noi lo assimiliamo, porta dentro di noi la pienezza della Sua vita.

Due domeniche fa la moltiplicazione dei pani e, quindi, direi il prendere sul serio i problemi dell'umanità.

Domenica scorsa l'equivoco della gente che va da Lui pensando che riesce ancora a mangiare gratis, senza impegno, senza solidarietà.

E allora Gesù mette in evidenza con molta chiarezza che non abbiamo un Dio che fa da padrone, a cui dobbiamo prostrarci per ottenere qualcosa, ma al contrario abbiamo un Dio che ha deciso di essere solidale con l'uomo, ma non solo con la pancia dell'uomo ma con tutta la sua vita. E quindi che vive all'interno dell'esperienza umana.

Domenica scorsa il brano terminava proprio con le parole con cui comincia il Vangelo di oggi: "Io sono il Pane della vita disceso dal cielo" e parla di sé stesso, non sta parlando dell'Eucaristia che non c'è ancora, sta parlando di sé e dice alla gente che Lui è quel cibo indispensabile che Dio ha deciso di dare all'umanità per rispondere alle sue esigenze profonde.

Quali sono le nostre esigenze profonde? Provate a pensarci, che cosa vorremmo: la vita serena, la vita bella, una vita buona, la giustizia, volerci bene, essere solidali, e poi? E poi soprattutto una vita che duri per sempre. Chi è di noi che dice: basta così, dopo non mi interessa più niente.

È proprio questo desiderio profondo di una vita eterna, dove la parola eterna non vuol dire morta, è il contrario, è la vita che finalmente è piena di vita, che veraamente  si libera da quelle che sono le limitazioni umane e comincia finalmente a realizzare in pienezza l'amore, la solidarietà, l'abbraccio, il sentire davvero che la persona che tu ami è totalmente per te e tu sei totalmente per lei e che i tuoi figli sono veramente il frutto del vostro amore, ecco allora vogliamo una vita che duri per sempre.

A questo punto la risposta di Dio è nel Vangelo di stamattina, è molto chiaro, è il Padre che ha un progetto d'amore sull'uomo, è il Padre che si mette al servizio della fame dell'uomo, questa fame di amore, di bellezza, di bontà, di giustizia e Gesù risponde qual'è il cibo che uno deve assimilare per poter avere questa risposta di Dio.

E dice "IO" e parla di sé, della sua persona. E allora provate a pensare, poveretti quelli che ascoltavano, avevano conosciuto il suo papà, la mamma, i parenti, l'avevano visto da bambino, l'hanno visto crescere. Come si fa ad accettare che Dio si faccia uomo, come si fa a credere che in quella persona, che pure ha moltiplicato i pani, ha risuscitato la figlia di Jairo, ha fatto delle prediche bellissime, ha guarito i lebbrosi, tutto quello che volete, ma come si fa a pensare che quella persona sia la presenza di Dio nella storia.

Dico poveretti perché era difficile accettare una cosa del genere.

Quando Giovanni scrive questa pagina, però, sono passati almeno 60 anni da quegli avvenimenti e la comunità cristiana è ancora lì che si interroga e dice: ma è possibile che Dio  si faccia uomo? Se qui ci fosse San Giovanni, stamattina, e ci facesse la domanda: "ma voi credete che Dio non è lontano su nel cielo?" (Poi non si sa dove è il cielo), noi non abbiamo un Dio padrone, lontano, giudice, no, abbiamo un Dio che vive nei nostri cuori fin dal giorno del nostro battesimo, che è con noi. Io penso che anche molti di noi direbbero: ma!  chi lo sa se è vero?

E quindi c'è questo momento in cui con molta chiarezza il Vangelo ci dice: smettila di mormorare, cioè vuol dire: smettila di fare i tuoi ragionamenti umani, che sono umani appunto, costruiti con la tua piccola esperienza e decidi se vuoi fidarti di Dio.

E allora ecco, la presenza di Cristo che dice: a tutti i tuoi desideri, Dio risponde mandando suo Figlio Gesù a incarnarsi, ad assumere una vita umana come quella di tutti noi, e a farci vedere che all'interno di questa nostra vita umana Lui è presente per salvarci.

Lui è l'unico pane che dà vita che dura per sempre.

Nel Vangelo, se avete notato, addirittura si parla di Pane Vivo. Cosa vuol dire: Pane Vivo? È un modo bello, secondo me, poi immaginifico che Gesù ha usato: c'è un pane che tu mangi e muori, e Gesù dice: persino la manna, pensate gliel'ha data Dio Padre eppure, anche se hanno mangiato la manna, sono morti tutti.

Quindi c'è una vita terrena, una vita concreta di tutti i giorni che non contiene in sé l'immortalità e guardate anche nel mondo di oggi, guardate ognuno di noi, noi cerchiamo di sistemare questa nostra vita, di farla durare a lungo, medicine, assicurazioni, cibi, vacanze, ginnastiche, creme, mettete tutto quello che volete, e tutti alla ricerca di far durare il più possibile questa vita terrena e alla fine? la morte!

Gesù ci dice: io ti do invece un pane che è vivo. È un pane che quando tu lo assimili, perché la parola pane scelta da Gesù vuol proprio dire che io non devo guardarlo, non devo inginocchiarmi davanti, non devo pregarlo, devo mangiarlo, e Lui dice: Io sono il pane. È la persona di Gesù.

Allora che bello, a questo punto il Vangelo diventa trasparente, perché vuol dire che Dio Padre risponde alla fame dell'uomo, alla fame radicale quella che vuole tutto, non qualcosa, risponde con un cibo che se tu lo assimili, finalmente puoi vivere la pienezza della tua esistenza, oggi, domani, sempre.

Allora Gesù dice "Io sono questo pane", la proposta che Gesù sta facendo a noi è di immedesimarci con Lui. Noi dobbiamo fare in modo, davvero, che Gesù diventi carne della nostra carne. Mi pare bellissimo questo fatto di paragonarlo al pane: tu lo mangi e lo trasformi nella tua carne.

Gesù dice: "mangiami" e qui nasce la vera grande domanda di oggi: cosa possiamo fare per mangiare questo pane? E notate l'ultima frase del Vangelo, quando Gesù dice che dà la Sua carne per la vita del mondo. In quelle tre parole, secondo me, c'è dentro proprio l'essenziale: un Gesù che dà tutto sé stesso, nella sua anche fragilità umana, fino alla morte e alla morte di Croce,  perché vuole farci capire che è proprio in questo dono totale d'amore che si realizza la vita dell'uomo.

E ci dice: se tu assimili questo modo di vivere, se tu vivi come vivo io, se tu vuoi i miei sentimenti, i miei progetti, il mio modo di essere (Paolo dirà in una lettera molto bella: non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me), pensate anche a tante belle figure di santi o di persone serie, profondamente religiose che abbiamo conosciuto, che trasparivano veramente dal loro volto, dal loro modo di agire il volto di Cristo, il modo di fare che avrebbe avuto Cristo

Persone che hanno assimilato veramente la personalità di Cristo, l'hanno fatta diventare la loro personalità. Ecco Gesù vuole questo. Si mette a nostra disposizione perché noi possiamo nutrirci di Lui, assimilarlo, farlo diventare l'anima della nostra anima per essere capaci di vivere come vivrebbe Lui al nostro posto.

Fra poco noi usciremo da questa Chiesa, andremo a fare ognuno le nostre faccende quotidiane e pensate, comportarci e dire le parole che direbbe Cristo, fare i gesti che farebbe Cristo, decidere l'uso del tempo, l'uso dei soldi, i rapporti con le persone come li farebbe Cristo.

Questa è la proposta del Padre: un Dio talmente innamorato dell'uomo da mettersi al servizio dell'uomo e dire: Io sono il Pane che ti nutre e che trasforma la tua vita per farla diventare come la mia.

Allora, che bello, abbiamo di nuovo sottolineato la bellezza, il non avere un Dio padrone di cui avere paura, ma un Dio alleato, Padre che vuole la nostra pienezza di vita e che ci manda Cristo proprio per questo.

Chiediamo allora continuando l'Eucaristia, che è proprio momento particolarissimo di assimilazione della persona di Gesù.

Quando noi fra poco faremo la Comunione, ma anche adesso, mentre ascoltiamo la Parola e la mastichiamo, la digeriamo, la facciamo diventare nostra, ma, soprattutto, quando Corpo e Sangue di Cristo Risorto entrerà nella nostra povera carne mortale, noi stiamo realizzando davvero questo bellissimo progetto del Padre: trasformare ciascuno di noi nel Suo figlio Gesù, un Dio che è papà, noi che siamo i suoi figli, Cristo che è il nostro fratello maggiore, lo Spirito Santo che vive nei nostri cuori per alimentare questa profonda trasformazione fino al giorno in cui finalmente trionferà dentro di noi la potenza dello Spirito e, anche noi trasfigurati diventeremo come Cristo, come Maria, creature nuove per vivere per sempre nell'amore ore con Lui.

Che oggi allora la nostra preghiera sia proprio questa: Signore aiuta la mia fede nell'accettare di dimenticare me stesso, accettare la Tua presenza, assimilarti, farti diventare una cosa sola con me fino al punto che anch'io possa dire: "Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me".

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