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Noi crediamo nella risurrezione

di Don Ferdinando Colombo

 

La Festa dei Santi e la Commemorazione dei fedeli defunti, ci pongono una domanda fondamentale: cosa avviene al termine della nostra esistenza terrena?

Noi siamo cristiani perché crediamo che Cristo è risorto e come lui, anche noi risorgiamo.

La flagellazione, la coronazione di spine, la crocifissione, la lancia che ha trafitto il costato, hanno distrutto la vita fisica in quel corpo nato da Maria.

Ma quel corpo è risorto: nuovo, trasfigurato, vivo per sempre.

Noi proclamiamo al mondo la risposta più importante sul senso della vita perchè abbiamo il coraggio di affermare che chi si unisce a Cristo entra nella stessa dinamica di Risurrezione.

Per questo nel Credo diciamo che crediamo la Risurrezione dei morti.

Nelle promesse battesimali diciamo che crediamo la Risurrezione della carne.

Cristo è risorto e ora vive per sempre.

 

E noi? Per noi cosa avviene dopo la morte?

Noi siamo ancora qui sulla terra, non abbiamo superato la barriera, e quindi ci dobbiamo fidare di quello che ci ha detto Gesù. È risorto, e ha usato delle immagini per farci capire il significato profondo della vita che ci aspetta.

Gesù usa il paragone del banchetto: tutti riuniti attorno ad un'unica tavola. Ancora più profondo: tutti invitati a nozze, dove lui è lo Sposo noi siamo la Sposa. Quando incontra Nicodemo che si poneva le stesse domande che ci poniamo noi - gli dice: "Devi nascere di nuovo dall'acqua e dallo Spirito Santo".

Poi ricordiamo quando nella Sinagoga di Cafarnao parla con la gente e arriva a dire una parola fortissima: "Voi dovete mangiare il mio Corpo, dovete bere il mio Sangue", che vuol dire: dovete veramente entrare in comunione personale e diventare una sola cosa con me, perché "Chi mangia il mio Corpo e beve il mio Sangue ha la vita eterna e io lo risuscito nell'ultimo giorno". Noi ci affidiamo a questa Parola.

Gesù ha parlato con un'altra immagine bellissima: la vite e i tralci e dice: "Io sono la vite, voi siete i tralci". San Paolo riecheggia dicendo: "Gesù è il capo del corpo, noi siamo le membra". Tutte e due queste immagini ci portano a pensare a un organismo vivo, dove noi siamo cellule di questo organismo che è il Cristo Risorto: Lui primogenito di tutti i fratelli, noi insieme con Lui.

Questa comunione profonda che si attua e progredisce per mezzo dei Sacramenti, fa di tutti noi cellule vive di questo Corpo reale che è Gesù Risorto. Questa è la strada della vita, di quella terrena e di quella eterna, è la via della santità. Inizia in questa vita terrena e progredisce soprattutto dopo la morte.

 

La vita eterna in cui progrediscono i nostri defunti

Siamo sempre in progressione di crescita nell'amore fino a raggiungere "la misura di Cristo". Questo ci fa capire che anche i nostri cari defunti stanno purificando la loro vita per riempirsi sempre di più dell'amore della Santissima Trinità mentre da tutti noi si innalza la preghiera di suffragio per loro.

In realtà sono soprattutto loro che intercedono per noi. Loro che adesso vedono la nostra vita come la vede Dio. Questo scambio di preghiere, è la "Comunione dei Santi" che affermiamo di credere quando recitiamo il Credo.

La ritualità che ci aiuta a raggiungere anche visibilmente questa comunione d'amore con i nostri cari è la celebrazione dell'Eucaristia, momento di convergenza e di anticipo di quella che sarà la grande comunione nel Cielo.

I nostri defunti non sono al cimitero, dove conserviamo le loro reliquie; sono nel cuore di Cristo, sono con Lui nella Vita, sono con noi nella celebrazione dell'Eucaristia.

Più del marmo, più dei fiori, è l'Eucaristia che realizza la comunione con i nostri defunti.

Non perdiamo questa meravigliosa tradizione cristiana di far celebrare le Messe per loro, perché è proprio nel celebrare l'Eucaristia insieme, che noi gli vogliamo davvero bene e che loro ci ricambiano generosamente con la loro protezione.