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Alfabeto Familiare: F come famiglia.

di don Roberto Carrelli SDB

Chi ha un po’ di senso della realtà e un po’ di sensibilità cristiana se ne accorge con preoccupazione: sono scosse le fondamenta dell’umano! Non è più in crisi solo la fede, ma è in crisi la ragione. Non trova ostacoli solo l’esperienza di Dio, ma è distorta la percezione della realtà. Anche l’educazione, quella “seconda generazione” che introduce a un’esperienza piena della cose, e che nelle cose insegna a rintracciare la presenza di Dio, è sempre più minacciata. Di recente, la Santa Sede ha osservato che si è passati dall’emergenza educativa all’allarme educativo: se prima poteva essere difficile trasmettere da una generazione all'altra, qualcosa di valido e di certo, regole di comportamento e obiettivi credibili per una vita buona, il fatto nuovo è l’irruzione dell’ideologia del genere nelle pratiche educative, perché qui la minaccia è antropologica, tocca cioè in radice la visione dell’uomo.

La degenerazione delle ideologie di genere
Le teorie e le politiche di genere, attraverso un’azione ormai pressante e capillare, mirano a cancellare ogni traccia dell’ordine che Dio ha impresso alla sua creazione, e puntano ad imporre un nuovo ordine attraverso una sistematica rieducazione di stato, che sforna programmi didattici per le scuole di ogni ordine e grado, dove teorie del tutto acerbe passano come se fossero evidenze comuni o conoscenze scientifiche consolidate, imbavagliando chi la pensa diversamente a colpi di intimazioni legislative e di intimidazioni mediatiche.
Con il pretesto di lottare contro le discriminazioni di genere, vengono imposte su larga scala le convinzioni delle cosiddette “comunità Glbt” (gay, lesbian, bisexual, transexual), che non riconoscono il carattere “binario” dei sessi, ma promuovono l’ottica delle “preferenze sessuali”, e che estendono la realtà della famiglia, che da sempre e dappertutto è “l’intima comunità di vita e di amore dell’uomo e della donna” (GS 48), a qualunque aggregazione affettiva.
Anche in Italia la realtà della famiglia tradizionale, quella che ha radici naturali e origini sacre, è oggi radicalmente minacciata: non solo la rete delle pubbliche amministrazioni coordina l’azione educativa delle aziende sanitarie locali, dei comuni, delle scuole statali con le associazioni Glbt, ma alcune clausole della proposta di legge contro l’omofobia, già approvata alla camera, porterebbero nella scuola un clima di intolleranza nei confronti della famiglia comunemente intesa. Il risultato prevedibile, in parole povere, è che diventerebbe impossibile educare alla famiglia naturale: fine della libertà educativa, fine della libertà religiosa. Proprio come prevedeva Benedetto XVI, che in un discorso del 2011 così si era espresso: «non posso passare sotto silenzio un'altra minaccia alla libertà religiosa delle famiglie in alcuni paesi europei, là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un'antropologia contraria alla fede e alla retta ragione”».

La verità della famiglia secondo natura e secondo il cuore di Dio
La famiglia è un sistema di relazioni originale, le cui dimensioni sono riconoscibili, e in nessun modo equiparabili o intercambiabili con altri tipi di relazione. Tre sono gli assi che determinano la trama specifica della realtà familiare: l’asse intergenerazionale, l’asse coniugale, l’asse parentale. L’uno non sta senza l’altro, l’uno rimanda all’altro, l’uno promuove l’altro, e insieme determinano la realtà del tempo e dello spazio umano nel senso dell’amore. E tre sono i presupposti immancabili che qualificano la famiglia come scambio affettivo ed effettivo di amore e di vita fra progenitori, genitori e figli: la differenza sessuale, che rende possibile la generazione, l’amore, che rende desiderabile la generazione, e la fecondità, che apre l’intimità amorosa alla novità di una vita nuova.
Ora, il male specifico del nostro tempo è quello di negare e dissociare queste tre dimensioni e questi tre presupposti. Ne vengono rispettivamente aggregati affettivi senza memoria, famiglie indifferenti alla differenza, bambini che non sono veramente figli, esito abnorme dell’idea di libertà intesa come “autonomia”. In realtà, la nostra libertà è filiale, esiste come frutto dell’amore uomo-donna, e deve ringraziare dell’amore che li precede. Bella in questo senso l’espressione di papa Francesco, quando dice che “un popolo che non rispetta i nonni, non ha futuro”!
Non è dunque vero che per fare una famiglia basta l’amore: esiste un “ordine dell’amore”, come diceva sant’Agostino, che è assolutamente riconoscibile da parte di ogni persona intellettualmente onesta! Ed è irresponsabile legittimare qualsiasi comportamento o aggregazione affettiva appellandosi al principio generale “love is love”; piuttosto, la famiglia è quella forma dell’amore che dà forma alla società: non può esistere un corpo sociale senza le proprie cellule!
E sia chiaro che non si tratta di convinzioni confessionali, ma di verità semplicemente naturali. Anche nei paesi più secolarizzati cominciano a farsi sentire voci di dissenso al “pensiero unico” dell’ideologia del genere. Di recente, anche in Irlanda, come poco prima in Inghilterra, un testimone assolutamente non sospetto di clericalismo, Paddy Manning, giornalista omosessuale, ha manifestato il suo sconcerto sulle forzature delle politiche di genere, appellandosi a un elementare rispetto della realtà: «solo un uomo e una donna possono generare un figlio, a dispetto di tutte le fantasie che l’ideologia gender distruttiva vuol farci credere”; ci si dimentica che “affermare l’uguaglianza non è negare la differenza”, e si giunge “a ignorare il diritto dei bambini ad avere una madre e un padre». Non ogni legame può dirsi matrimonio e realizzare una famiglia: «il matrimonio ha un significato e produce un effetto vitale non solo per l’individuo, ma per la società; non è solo fra due persone che si amano, ma fra un uomo e una donna che si impegnano a generare e crescere un figlio».