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Il Santo del giorno

 

Aprile 2024
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3 Ottobre

Nome: FELICE

S. FELICE
Vescovo di Bologna († 432)

 

Il biografo di S. Ambrogio, Paolino, parlando dei diaconi assistenti il Vescovo milanese sul letto di morte (397) nomina fra gli altri Felice, il quale, nel momento in cui la biografia veniva redatta (422 ca.), “bononiensem regit ecclesiam” (Vita, 46, in PL, XIV, col. 43). A Milano questo diacono aveva ricevuto da Ambrogio importanti incarichi come quello del 394 per cui fu inviato all’imperatore Teodosio: “Meritatamente a portare la mia lettera ho spedito il diacono Felice, mio figlio, affinché sostenga anche le mie veci e presenti un memoriale per quelli che hanno ricorso alla Chiesa madre chiedendo misericordia dalla vostra pietà” (Ep. 62,3 in PL, XVI, col. 1239).
Divenne con probabilità Vescovo di Bologna nei primi anni del secolo V e resse questa comunità fino al 430-431. Morì il 4 dicembre 432. Fu sepolto nella cripta dei Santi Nabore e Felice. Il suo capo è custodito nella Chiesa Cattedrale, dove fu traslato nel 1586. Nell’Elenco Renano figura al settimo posto come Vescovo precedendo Petronio, ma il fatto notevole di questo elenco è che Felice e Petronio sono gli unici che siano preceduti dal titolo di “santo”. Evidentemente il culto è assai antico. La sua memoria è celebrata il 3 ottobre.

3 Ottobre

Nome: MODERANO

S. MODERANO di BERCETO
Vescovo (VIII sec.)

 

Nei pressi del Passo della Cisa, c’è una località nota agli appassionati delle escursioni in montagna e chiamata Fonte di S. Moderano. Non fu un santo di origine locale. Veniva da lontano, dalla Francia, ed era Vescovo di Rennes, l’antica capitale del Ducato di Bretagna. Per compiere il pellegrinaggio a Roma, per onorare la sepoltura dell'Apostolo Pietro, il Vescovo Moderano lasciò la sua città e si spinse verso il Mezzogiorno. Lungo la sua strada c’era Reims, la città dov’era sepolto San Remigio, il convertitore dei Franchi: Moderano ottenne qualche reliquia, da portare con sé verso Roma. Giunto al passo della Cisa, si fermò per riposarsi, e attaccò ai rami di un albero le reliquie di San Remigio. Ripartendo, si dimenticò di quel prezioso bagaglio e quando, accortosene, tornò indietro per riprenderlo trovò che non poteva più raggiungere il ramo, inspiegabilmente sollevatosi. Visto inutile ogni sforzo, il pellegrino promise di donare le reliquie, se avesse potuto riottenerle, al monastero della vicina Berceto, e soltanto allora il ramo si abbassò permettendo a Moderano di raccogliere le reliquie, come un prodigioso frutto di santità. Fu così che Berceto, venne ad avere, nel suo monastero benedettino, alcuni resti di S. Remigio, mentre il Vescovo di Rennes, Moderano, venne nominato da Liutprando, Re dei Longobardi, Priore di quello stesso monastero. Moderano tornò, in Francia, ma non per rimanervi. A Reims fece simbolico dono del monastero di Berceto all’abbazia di San Remigio; a Rennes, dette le dimissioni da Vescovo, e fece eleggere un successore. Poi tornò a Berceto, e vi restò fino alla morte, sopraggiunta pochi anni dopo. Soltanto nel secolo scorso le sue reliquie vennero trasferite a Rennes, accolte con molto onore dalla città.
La coltre del tempo attutisce le possibili asperità della storia, e ancor più quelle della leggenda: e la vicenda di S. Moderano, e delle sue reliquie che vanno e vengono dall’Italia alla Francia, da Reims a Berceto, è tutta sfumata nella leggenda, anche se ricca di suggestione e significato.