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Il Santo del giorno

 

Aprile 2024
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26 Giugno

Nome: RODOLFO

S. RODOLFO Vescovo (1034-1064)

 

Nel tempo di S. Rodolfo il pericolo della Chiesa non si chiamava eresia, ma simonia. La potenza, anche civile, che nel disordine politico aveva assunto abbazie e vescovadi, accendevano l’ambizione e la cupidigia di coloro che aspiravano al pastorale, non per amore delle anime, ma per la loro personale prosperità. Contro l’imperversare della simonia, si levò San Pier Damiani, grande predicatore, acceso polemista, prima di diventare fondatore dell’Ordine dei solitari di Camaldoli. Rodolfo e il fratello Pietro erano di famiglia nobile e con vari possedimenti. Conquistati però dalla predicazione del monaco riformatore regalarono feudo e castello ai loro sottoposti, ritirandosi nel monastero di Fonte Avellana, retto dal grande San Pier Damiani. Appena la Cattedra vescovile di Gubbio si rese vacante, Rodolfo vi fu chiamato. Uno dei mezzi escogitati dai falsi pastori consisteva nel fingersi attaccatissimi all’ortodossia e nel vedere eretici specialmente dove c’erano ricchezze. La scomunica permetteva loro di entrare in possesso dei beni degli scomunicati. “Io preferisco sollevare quelli che cadono nell’errore - diceva il Vescovo Rodolfo - e non mi voglio ingrassare con i cadaveri dei peccatori, alla maniera dei corvi”. Incurante di strapazzi, con qualsiasi tempo e stagione, percorse la sua diocesi, spesso digiuno, sempre sobrio, dormendo pochissime ore. Si consumò talmente, che a trent’anni muore, vittima dell’eccesso di fatiche, esempio di come dovesse comportarsi un vero pastore cristiano.
L’altro Rodolfo (detto di Vallombrosa) si festeggia il 1 agosto, fu discepolo di San Giovanni Gualberto, fu monaco e a lungo padre foresteraio. Era incaricato di ricevere ospitalmente tutti coloro che bussavano alla porta dell’abbazia. Si preoccupò che i pellegrini avessero una minestra nutriente; i viaggiatori stanchi un letto confortevole; i montanari infreddoliti, una stanza riscaldata. Fu chiamato a succedere a S. Giovanni Gualberto nella guida dell’abbazia. Con maggiore responsabilità e accresciuto zelo, il Beato Rodolfo seguitò ad essere guida benefica e affettuoso soccorritore dei suoi figli e dei fratelli bisognosi, fino alla morte avvenuta nel 1076.