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Il Santo del giorno

 

Aprile 2024
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3 Giugno

Nome: CARLO

S. CARLO LWANGA e Compagni
Martiri († 1886)

 

La passione morbosa di un re da foresta e il suo odio contro la fede cattolica, condussero questi ragazzi – alcuni erano appena dei bambini – alla gloria del martirio. Incantevole terra è l’Uganda, nel cuore dell’Africa. Lì Gesù Cristo giunse nel 1879, portato dai Padri Bianchi del Card. Lavigerie. Vi regnava il re Kabaka Muresa I°, il quale accolse bene i missionari cattolici. Il successore, re Kabaka Mwanga, potente e vizioso, aveva alla sua corte un gruppo di giovani paggi. Molti di essi diventarono credenti cattolici. Fede e purezza sono un pugno sulla faccia per il prepotente che vive nel fango. Re Mwanga cominciò a tendere loro le più turpi insidie. Joseph Mkasa, cameriere di 25 anni, non approvava i delitti del re e per questo il 17 novembre 1885 fu condannato a morte: il primo martire cattolico dell’Uganda. Il 25 maggio1886, Ponziano Ngondwè riceveva in carcere la sentenza di morte. Il re pieno di odio volle eliminarne uno con le sue stesse mani: Dionigi Sebuggawave, colpevole di aver insegnato il catechismo a un compagno, fu trafitto da Mwanga, il 24 marzo 1886. Gli altri paggi furono riuniti in un cortile, inginocchiati pregavano sereni. Quattro di loro, già cristiani nel cuore, non avevano anco-ra ricevuto il Battesimo. Carlo Lwanga, 20 anni, luminoso come un angelo, si alzò e fece scendere sulle loro teste chine l’acqua della rinascita nello Spirito Santo. Il 26 maggio 1886 Mwanga inferocito, urlò: “Quelli che pregano via alla morte!”. Carlo Lwanga si alzò per primo, e Kizito, di 13 anni, lo seguì, tenendolo per mano. Il 3 giugno 1886, il rogo era stato preparato. I martiri vennero avvolti in fasci di canne. Le fiamme, in breve, li circondarono. Kizito disse dolcemente: “Voi bruciate il nostro corpo, ma mai potrete bruciare la nostra a-nima. Ora andremo in Paradiso”. E Carlo Lwanga: “Sto morendo per la Verità. Questo fuoco è momentaneo, ma voi brucerete nel fuoco eterno”. I cattolici dell’Africa non dimenticarono i loro martiri. Il 18 ottobre 1964, in “S. Pietro” a Roma, Papa Paolo VI li proclamava martiri e santi.

3 Giugno

Nome: CLOTILDE

S.ta CLOTILDE
Regina († 545)

 

Non deve la sua celebrità a nessun fatto d’arme, alla sua opera saggia e attenta d’ispiratrice e consigliera del marito, fino alla sua conversione. Clotilde era una principessa dei Burgundi, di stupenda bellezza fisica aggiunta alla grazia di un’anima delicatissima. Clodoveo, re dei Franchi, se ne invaghì e la chiese in sposa. Vicino a Clodoveo, rude e impetuoso, battagliero e irruente, ma non privo di generosità, Clotilde rappresentò la gentilezza, la bontà, la mansuetudine, ed infine la pietà cristiana. D’accordo con San Remigio, Vescovo di Reims, ella iniziò l’opera di conversione spirituale del marito. Con la preghiera e la persuasione condusse Clodoveo verso il battesimo.
Il sovrano promise di convertirsi al “Dio di Clotilde” se avesse avuto ragione dei suoi nemici, gli Alemanni, che lo minacciavano al di là del Reno. Li sconfisse, infatti, in una durissima battaglia, dopo di che, docile come un bambino, si recò a Reims, dove l’aspettava il vescovo San Remigio. “E’ questo il Regno dei Cieli di cui m’ha parlato Clotilde?”, chiese il re barbaro entrando nella chiesa piena di lu-mi e di canti. “No – gli rispose San Remigio – ma questo è l’inizio del cammino per giungervi”. La virtù della regina fu provata nei lutti e nel dolore. Rimasta vedova, assisté alle lotte dei figli, alle loro insane ambizioni e feroci inimicizie. Tra i cristiani della corte, più di nome che di fatto, ella fu l’unica a mantenersi pia e benefica, umile e rassegnata. Quando morì, nel 545, la sua memoria fu benedetta da tutto il popolo, che la venerò subito come Santa.