La spiritualità giovanile salesiana

La spiritualità giovanile salesiana, quella dei giovani e di Don Bosco, che sa di vita

Nel cuore di chiunque si dica salesiano, a qualsiasi età, batte da sempre una passione che ha il volto dei giovani, l’energia dell’oratorio e la semplicità concreta del quotidiano: è la Spiritualità Giovanile Salesiana, eredità viva di don Bosco, maestro e padre, che ha saputo mostrare che la santità è una strada percorribile da tutti, anche – e soprattutto – dai più giovani.

Quando pensiamo alla spiritualità, spesso immaginiamo qualcosa di lontano, per pochi, quasi irraggiungibile. Ma Don Bosco ci insegna esattamente il contrario. La sua proposta di spiritualità – quella che oggi chiamiamo Spiritualità Giovanile Salesiana – è semplice, concreta e profondamente radicata nella vita quotidiana. È una spiritualità per tutti, a partire dai giovani, ma capace di coinvolgere anche famiglie, educatori, volontari e chiunque abbia a cuore la crescita delle nuove generazioni.

La spiritualità salesiana nasce dal cuore appassionato di Don Bosco, che ha saputo unire in modo sorprendente l’amore per Dio e l’amore per i ragazzi. Il suo segreto? Una carità pastorale contagiosa, che diventava scuola, oratorio, gioco, preghiera, lavoro e sogno. Tutto in lui si teneva insieme: l’annuncio del Vangelo e la formazione, la cura dei ragazzi e la preghiera, la confidenza con Maria e il realismo del quotidiano. Per Don Bosco, fede e carità, preghiera e lavoro, spiritualità e vita, non erano dimensioni separate ma si integravano perfettamente nell’uomo. La sua proposta educativa è una crescita umana integrale quindi comprendente anche la spiritualità.

Don Bosco parlava di “cuore oratoriano”, un’espressione che racchiude bene lo stile del suo modo di vivere e trasmettere la fede. È un cuore che sa mettere energia, passione, ottimismo e tenacia in tutto ciò che fa. Un cuore che sa ricominciare anche dopo gli insuccessi, che guarda avanti con fiducia, che contagia speranza. E soprattutto, è un cuore che non cammina mai da solo: si lascia guidare dalla presenza tenera e forte di Maria, che per Don Bosco era mamma, consigliera, amica, guida. Questa spiritualità non è un rifugio per pochi eletti. È una spiritualità di frontiera, che sta nelle piazze, tra i banchi di scuola, nelle famiglie, negli oratori. Non è fuga dal mondo, ma una maniera concreta di viverlo da credenti.

LA VITA QUOTIDIANA È IL PRIMO LUOGO D’INCONTRO CON DIO

Uno dei punti forti della spiritualità giovanile salesiana è la valorizzazione del quotidiano. Per Don Bosco, santità non significava fare miracoli, ma fare bene ciò che si deve fare. Per i giovani, e anche per noi adulti, questo significa vivere con amore il tempo in famiglia, lo studio o il lavoro, le amicizie, le responsabilità, i sogni e le difficoltà. Ogni momento, ogni attività può diventare un luogo di incontro con Dio.

Don Bosco prende spunto da San Francesco di Sales, maestro di una spiritualità semplice, popolare, accessibile, umana e piena di gioia. È una proposta che insegna a cercare Dio nella vita reale, non in un mondo ideale. Concretamente, possiamo vivere questa spiritualità nel nostro essere padri, madri, insegnanti, animatori, cittadini: persone chiamate a dare il meglio di sé nella vita di ogni giorno.

UNA SPIRITUALITÀ CHE SA DI GIOIA, FESTA E ALLEGRIA

“La santità consiste nello stare sempre allegri e nel far bene il proprio dovere”, ripeteva Don Bosco. Sembra una battuta da oratorio, ma racchiude una verità grande: la fede cristiana è annuncio di felicità, speranza e gioia vera. Non una gioia superficiale, ma quella che nasce dal sapere che siamo amati, salvati, accompagnati. Una gioia pasquale, perché nasce dalla certezza che il Signore è risorto, è vivo, ed è accanto a noi.

La spiritualità salesiana è piena di gioia condivisa, fatta di relazioni vere, di feste, di entusiasmo, di gratitudine per le cose belle della vita: la natura, l’amicizia, il gioco, i traguardi raggiunti insieme. Anche la sofferenza trova il suo senso alla luce della Croce: niente è sprecato, tutto può essere vissuto con fiducia.

GESÙ, AMICO VERO E COMPAGNO DI VIAGGIO

Al centro di tutto c’è Gesù, presentato da Don Bosco non come un personaggio lontano, ma come amico, maestro e salvatore. I giovani – e anche noi adulti – abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica che la nostra vita ha valore, che non siamo soli. Gesù, nel linguaggio salesiano, è il primo a voler bene ai giovani: “i giovani sono la delizia di Gesù”, diceva Don Bosco.

La spiritualità salesiana educa a un rapporto personale con il Signore, fatto di confidenza, preghiera semplice, partecipazione alla vita della comunità cristiana, riscoperta della confessione come luogo di rinascita e di forza. È un cammino che si costruisce passo dopo passo, anche con la guida di educatori, famiglie e testimoni credibili.

CON MARIA, PRESENZA VIVA E MAMMA BUONA

Don Bosco ha sempre sentito Maria come una presenza viva, amica e madre, che accompagna ogni passo del cammino educativo e spirituale. Maria Ausiliatrice è l’Ausilio, il sostegno nei momenti difficili, la Madonna dei tempi duri, come la chiamava Don Bosco.

Per questo, nei nostri ambienti salesiani, Maria non è solo venerata, ma imitata, ascoltata, amata. Le famiglie possono trovare in Lei un esempio di fiducia e dedizione; i giovani, una guida che li aiuta a orientarsi; gli educatori, una compagna instancabile nella missione. In Maria vediamo la bellezza di una fede semplice, concreta, totale.

UNA SPIRITUALITÀ CHE DIVENTA SERVIZIO

Alla radice della spiritualità salesiana c’è un’idea forte: la vita è vocazione. Non siamo qui per caso, ma per una missione. E questa missione ha il volto del servizio: mettere i propri doni a disposizione degli altri, specialmente dei più piccoli e fragili. Don Bosco ha vissuto tutta la sua esistenza per salvare i giovani. E ha insegnato anche a loro a fare altrettanto. La spiritualità giovanile salesiana è attiva, impegnata, responsabile. Non si accontenta di chiacchiere, ma cerca il bene concreto: nella scuola, nel lavoro, nella società, in parrocchia, in oratorio. Anche le nostre famiglie, gli adulti della comunità, sono chiamati a testimoniare con la vita che servire è gioia, che amare è possibile, che crescere insieme è un dono da coltivare ogni giorno.

CONCLUSIONE: UNA SPIRITUALITÀ CHE EDUCA E TRASFORMA

La Spiritualità Giovanile Salesiana, sebbene composta dai suoi cinque pilastri (quotidiano, gioia, amicizia con Gesù, comunione ecclesiale e mariana, servizio responsabile) è, in fondo, una spiritualità dell’incontro: con Dio, con gli altri, con sé stessi. È educativa, perché aiuta a diventare pienamente uomini e donne. È coinvolgente, perché non lascia nessuno spettatore. È gioiosa, perché affonda le radici nel Vangelo. Per noi adulti, famiglie, educatori, è un invito chiaro: mettersi in gioco, imparare a guardare il mondo con gli occhi di Don Bosco, camminare insieme ai giovani, accompagnarli nella ricerca del senso della vita. Non serve essere perfetti, ma servono cuore, passione e fede viva. In fondo, il sogno di Don Bosco è ancora attuale: fare dei giovani “onesti cittadini e buoni cristiani”, attraverso l’incontro con un Dio che ama la vita, la gioia e la speranza.

don Edoardo Gnocchini, salesiano

(Delegato per la Pastorale Giovanile nell’ispettoria  salesiana ILE)

Immagine di copertina: giovani e salesiani del Movimento Giovanile Salesiano della ILE alla Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona, 2023

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