Ultima stazione della Via Creationis
Con questo numero, chiudiamo il percorso sulla Via Creationis che abbiamo avviato diversi mesi fa. Per motivi di spazio, concentreremo le ultime due stazioni (La bontà delle creature della terra e la bontà di tutto) in un unico articolo, presentando dei commenti che ci aiuteranno a comprenderle e ad entrare nello spirito della preghiera.
LA BONTÀ DELLE CREATURE DELLA TERRA
Tra le innumerevoli creature che popolano la terra, ci concentreremo sull’essere umano e ci faremo aiutare dal commento di Gianni Barbiero al Salmo 8, in particolare ai versetti 6-9 (Barbiero G. “Il tuo amore è meglio della vita” ed. Paoline 2009, pp. 81 ss.). Il Sal 8 parla non tanto del rapporto uomo-Dio, ma del rapporto tra l’uomo e le altre specie della natura, in particolare delle specie animali e le altre specie animali, di quelle specie cioè che appartengono alla categoria degli esseri viventi.
4Se vedo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate
5che cos’è l’uomo perché te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi?
6Tu l’hai fatto poco più piccolo di Dio, di gloria e splendore l’hai coronato;
7l’hai posto a governare l’opera delle tue mani, tutto hai messo sotto i suoi piedi:
8tutte le pecore e i buoi, e anche gli animali selvaggi,
9gli uccelli del cielo e i pesci del mare, quanto percorre le vie del mare.
I versetti 6-9 si collegano all’azione di Dio in favore dell’uomo descritta al versetto 5: essi chiariscono e precisano in quale senso Dio si ricordi e si prenda cura dell’uomo. La strofa si può dividere in due parti:
a) la dignità regale dell’uomo
b) il suo dominio universale.
LA DIGNITÀ REGALE DELL’UOMO
All’immensità del cielo (v.4) il Salmista aveva contrapposto l’insignificanza del piccolo uomo: un essere piccolissimo rispetto all’universo, che però è di poco inferiore a Dio! Un contrasto incredibile e una meraviglia allo stesso tempo.
Il piccolo uomo (inteso come ogni essere umano) è costituito da Dio re della Creazione, luogotenente di Dio sulla terra, di poco inferiore a Lui. Come nell’antico Oriente e in Egitto, il re era “figlio di Dio” e lo raffigurava (pensiamo ai faraoni), anche nella Bibbia l’uomo è immagine di Dio, quindi Re.
IL DOMINIO UNIVERSALE
Il re, appunto in quanto figlio, aveva la funzione di suo plenipotenziario per difendere il paese dalle forze del caos che ne minacciavano l’esistenza, e per questo gli venivano conferiti poteri speciali e autorità.
Ma l’uomo è re non per se’ stesso, ma per custodire la vita sulla terra. Egli è responsabile per “tutto ciò che respira”. Dicendo che oggetto del dominio dell’uomo sono le “opere delle tue mani” si sottolinea che il dominio dell’uomo è un dominio delegato, esercitato in nome del creatore, non a nome proprio. L’uomo è fatto responsabile della vita di fronte al creatore, custode di essa mentre il padrone del mondo è Dio. L’impegno quindi che ci è richiesto è quello di guardare il mondo con occhi del custode, che cura, preserva, promuove, fa crescere, coltiva tutti i doni che Dio ci ha lasciato, affinché, grazie alla nostra opera, la creazione possa essere consegnata – migliore di come l’abbiamo ricevuta – alle future generazioni.
LA BONTÀ DI TUTTO
L’epilogo, descritto nell’Ottava stazione, non è a lieto fine. Purtroppo, dopo aver attraversato con sguardo di meraviglia e di contemplazione quanto il Creatore ha fatto con le sue dita di artista, dopo aver visto la venuta di suo figlio Gesù tra noi, assistiamo ora ad una scena che non è in linea con quanto finora accaduto. Nell’ultima scena, l’essere umano, piccola creatura, creato a immagine del Creatore e fatto di poco inferiore a Lui, ha iniziato a distruggere la creazione a lui affidata.
Anziché “incoraggiare la creazione a esistere nel modo più completo possibile”1, l’essere umano ha iniziato a depredarla, a desiderarla in modo scorretto, a considerarsi padrone e non più custode. Il desiderio smodato di ciò che non si ha, e la voglia di dominare e di esercitare il proprio potere sulla creazione, che sono alla base del consumismo moderno, hanno portato l’essere umano a dimenticarsi del “sabato” e pensare di poter fare a meno del “sabato”.
SECONDO ABRAHAM JOSHUA HESCHEL (IL SABATO)
“Il sabato è un giorno di armonia e di pace, pace fra uomo e uomo, pace nel cuore dell’uomo, e pace con tutte le cose. Nel settimo giorno l’uomo non ha diritto di interferire col mondo di Dio, di alterare lo stato del mondo. È un giorno di riposo per l’uomo, come per gli animali”.2 Nel nostro modo di conteggiare lo scorrere del tempo: l’attuale settimana è fondata sul racconto della Creazione; dall’antichità gli ebrei hanno misurato il tempo in settimane, in modo da poter celebrare e santificare il sabato come giorno di riposo. Dio ci ha dato il Sabato e, in rapporto ad esso, ha avuto origine la settimana di sette giorni. […] Il Sabato pone seri vincoli al nostro dominio sulla natura. […] L’attuale situazione della terra rende il sabato più che mai necessario. Una giornata che ponga limiti al nostro consumo non è mai stata più utile. Ne abbiamo bisogno, per ricordarci che sulla terra si deve camminare con piede leggero.
Ripristinare il sabato nelle nostre vite, inventando anche modi più attuali e moderni di lasciar riposare la terra e le sue creature, è forse una delle soluzioni più urgenti e praticabili da attuare.
Uno dei modi per celebrare il Sabato è trascorrere parte del nostro tempo in un ambiente naturale. Dopo tutto, non è sufficiente astenersi semplicemente dal lavoro: il Sabato richiede studio, preghiera e òneg-gioia. Dio ci comanda di rendere questo giorno un momento di delizia. […] I maestri e i mistici riconoscevano che si può imparare ad amare la Creazione trascorrendo del tempo in un ambiente naturale. Il Sabato è l’occasione perfetta.3
E così lo stesso vale per l’anno giubilare o sabbatico per la terra. Il nostro lavoro sarà quello di aiutare la terra a realizzarsi:
In quel giorno aprirai gli occhi, guarderai direttamente negli occhi della natura e vedrai in essi la tua stessa immagine. […] Quel giorno, allora, la tua costruzione non sarà più qualcosa che distrugge la maestà della costruzione del mondo, e la bellezza della tua casa non sarà una macchia nella sfera della bellezza cosmica […] E così in tutte le tue azioni e in tutta la tua vita imparerai ad essere collaboratore della creazione4.
Emanuela Chiang
Per richiedere la versione digitale completa del libretto della Via Creationis potete scrivere a: emanuelachiang@hotmail.com
NOTE:
1 Bernstein E., Ecologia & Ebraismo, La Giuntina, 2000, pg. 93
2 Ibidem, pg. 122
3 Ibidem, pg. 127
4 Ibidem, pag. 259
Immagine di copertina: il mare di Cea (Sardegna)


