Dilexi te: Cristo ci incontra nei poveri

L’Esortazione apostolica Dilexi te “Ti ho amato” (Ap 3,9), incentrata sull’amore verso i poveri, è stata firmata da Papa Leone XIV il 4 ottobre 2025, festa di San Francesco d’Assisi, e pubblicata il 9 ottobre.

«Avendo ricevuto come in eredità – da Papa Francesco – questo progetto, sono felice di farlo mio – aggiungendo alcune riflessioni – e di proporlo ancora all’inizio del mio pontificato, condividendo il desiderio dell’amato Predecessore che tutti i cristiani possano percepire il forte nesso che esiste tra l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri. Anch’io, infatti, ritengo necessario insistere su questo cammino di santificazione, perché nel «richiamo a riconoscerlo nei poveri e nei sofferenti si rivela il cuore stesso di Cristo, i suoi sentimenti e le sue scelte più profonde, alle quali ogni santo cerca di conformarsi», scrive Papa Leone XIV (DT 3).

“Dilexi te”: l’amore che si fa prossimità

Con Dilexi te (“Ti ho amato”), l’esortazione apostolica di Papa Leone XIV iniziata da Papa Francesco, la Chiesa torna a parlare con voce limpida e profetica dell’amore per i poveri come cuore pulsante della fede cristiana. Non un tema marginale o sociale, ma la traduzione concreta dell’amore di Cristo per l’umanità ferita.

Il documento si inserisce nella scia dell’enciclica Dilexit Nos, che aveva approfondito il mistero dell’amore divino e umano del Cuore di Gesù. “Ti ho amato” – parole tratte dall’Apocalisse – diventa la chiave di lettura di una Chiesa chiamata a rinnovare se stessa attraverso la prossimità ai poveri, agli esclusi, a chi vive ai margini della società.

Il Vangelo dei poveri

Il testo prende le mosse dal racconto evangelico della donna che versa un profumo prezioso sul capo di Gesù. In quell’atto di amore gratuito, il Signore legge un gesto profetico che lega per sempre l’affetto per Lui alla cura dei poveri: “I poveri li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”. L’amore verso Cristo e l’amore verso i poveri sono due volti dello stesso mistero.

In questa prospettiva, la figura di San Francesco d’Assisi è presentata come esempio di rinascita spirituale e sociale. Il giovane di Assisi, incontrando il lebbroso, scopre il volto di Cristo nell’emarginato e inaugura una “rinascita evangelica” che, dopo otto secoli, continua a ispirare la Chiesa.

Contro la cultura dello scarto

Dilexi te denuncia l’illusione di una felicità fondata sul successo e sulla ricchezza, radice di una “cultura dello scarto” che considera superflui i poveri, i migranti, i malati, le donne vittime di violenza. Papa Francesco, con coerenza evangelica, ribadisce che la povertà non è un incidente né una colpa, ma spesso il frutto di strutture ingiuste e di ideologie mondane che giustificano l’indifferenza. Anche i cristiani, ammonisce il testo, non sono immuni dal rischio di lasciarsi sedurre da un individualismo che ridicolizza la carità e riduce la fede a sentimento privato.

L’opzione preferenziale di Dio

Dio stesso, afferma il documento, “si è fatto povero” per condividere le nostre fragilità. In Cristo si manifesta il privilegium pauperum, la predilezione divina per i poveri. Ma questa “preferenza” non è esclusiva né discriminatoria: è la via attraverso cui Dio rivela la sua misericordia a tutti. Dalla Legge e dai Profeti fino a Gesù di Nazaret, l’intera storia della salvezza mostra un Dio che ascolta il grido degli oppressi e si fa vicino agli ultimi.

La Chiesa e i poveri nella storia

Fin dalle origini, la Chiesa ha riconosciuto nei poveri l’immagine del suo fondatore “povero e sofferente”. Dalla creazione del diaconato per assistere gli indigenti, fino all’opera dei monaci, degli ordini mendicanti e delle congregazioni missionarie, la carità è stata il filo rosso che attraversa la storia ecclesiale.

In epoca moderna, questo impegno si è tradotto in scuole, ospedali, opere di accoglienza e movimenti popolari che difendono i diritti dei poveri contro le cause strutturali della miseria. È una storia di santità quotidiana, fatta di volti e di mani che rendono visibile la tenerezza di Dio.

Un amore che rinnova la Chiesa

Con Dilexi te, Papa Leone XIV invita la comunità cristiana a superare l’autoreferenzialità per tornare al Vangelo della prossimità. L’amore per i poveri non è filantropia, ma incontro con Cristo vivo. È un invito alla conversione: riconoscere nei poveri non un problema da risolvere, ma una presenza da accogliere.

Solo una Chiesa che si lascia ferire dalle piaghe del mondo può annunciare davvero il Vangelo della speranza. “Ti ho amato” diventa così la parola di Dio che raggiunge ogni uomo, soprattutto chi è dimenticato o scartato, e lo invita a riscoprirsi amato e scelto.

In questa prospettiva, Dilexi te non è solo un testo magisteriale, ma un manifesto spirituale per il nostro tempo: un richiamo a tornare all’essenziale, a un cristianesimo fatto di gesti semplici e di amore concreto. È la voce del Cuore di Cristo che continua a dire all’umanità ferita: “Ti ho amato, e per questo ti sono vicino”.

Don Ferdinando Colombo, salesiano

Immagine di copertina: locandina che contiene la foto ufficiale di Papa Leone XIV, qui utilizzata per scopi istituzionali e senza alcuna finalità commerciale.

Introduzione

Capitolo primo – Alcune parole indispensabili
San Francesco. Pregiudizi ideologici

Capitolo secondo – Dio sceglie i poveri
Gesù, Messia povero. La Misericordia verso i poveri nella Bibbia

Capitolo terzo – Una Chiesa per i poveri
I padri della chiesa e Cura dei Malati. Accompagnare i migranti

Capitolo quarto – Una storia che continua
Il secolo della Dottrina Sociale della chiesa. Continuità del Magistero sulla giustizia e la solidarietà universale. Strutture di peccato che creano povertà e disuguaglianze estreme.

Capitolo quinto – Una sfida permanente
Di nuovo il Buon Samaritano. Ancora oggi dare

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