Le Memorie dell’Oratorio: un testamento spirituale ed educativo
Quando Papa Pio IX chiese a Don Bosco di raccontare la sua storia, il santo esitò a lungo. Non amava parlare di sé, ma alla fine obbedì: tra il 1873 e il 1875 scrisse tre quaderni che oggi conosciamo come Memorie dell’Oratorio di San Francesco di Sales dal 1815 al 1855. Non erano pensati per la pubblicazione, bensì come un dono ai suoi Salesiani, un testamento spirituale che potesse guidarli e incoraggiarli dopo la sua morte.
Le Memorie non sono una cronaca fredda, ma un racconto vivo, intessuto di ricordi, sogni e incontri. Don Bosco vi ripercorre i primi quarant’anni della sua vita, dalla nascita a Morialdo fino al consolidamento dell’Oratorio di Valdocco. Ogni pagina rivela la sua capacità di leggere gli eventi alla luce della Provvidenza, trasformando difficoltà e povertà in occasioni di crescita e di missione.
Uno sviluppo graduale, a continuo
Il racconto si apre con la sua infanzia segnata dalla perdita del padre e dalla forza della madre Margherita, donna semplice ma ricca di fede. Bosco la ricorda con gratitudine: «La mia madre fu per me non solo madre, ma anche maestra. Nelle cose di religione era di una fermezza che mi lasciò un’impronta indelebile.»
È in questo contesto che avviene il celebre “sogno dei nove anni”, che Don Bosco descrive così: «Non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici.» Quel sogno diventa la chiave di tutta la sua vita: educare i giovani con dolcezza e amorevolezza, non con la forza.
Gli anni della giovinezza sono descritti con vivacità: i giochi organizzati per i compagni, gli spettacoli improvvisati, la fondazione della “Società dell’allegria”. Sono esperienze che anticipano il suo metodo educativo, basato sulla fiducia e sull’amore. Decisivi sono gli incontri con don Calosso, che lo avvia allo studio, e con don Cafasso, maestro di spiritualità, che lo guida verso il sacerdozio. Bosco stesso scrive: «Don Cafasso fu per me guida, maestro e padre. A lui devo la mia formazione sacerdotale e la direzione della mia vita.»
Ordinato sacerdote nel 1841, Don Bosco si dedica ai giovani poveri di Torino, incontrati nelle carceri e nelle strade. Nasce così l’Oratorio festivo, un luogo di catechesi, gioco e formazione, che presto si trasferisce a Valdocco. Qui, tra mille difficoltà, costruisce la chiesa di San Francesco di Sales, apre scuole e laboratori, accoglie ragazzi senza famiglia. Ricorda con emozione quei primi passi: «Quante difficoltà, quante opposizioni! Ma la Provvidenza non mancò mai, e i giovani erano sempre più numerosi.»
Valore storico, pedagogico e spirituale
È in questo contesto che prende forma il suo celebre “Sistema preventivo”, fondato su ragione, religione e amorevolezza.
Le Memorie dell’Oratorio hanno un valore che va oltre la biografia. Sono un documento storico che illumina la Torino ottocentesca, un manuale pedagogico che mostra in azione il metodo salesiano, e soprattutto un testo spirituale che rivela il cuore di Don Bosco. Non scrive per vantarsi, ma per mostrare come Dio abbia guidato ogni passo, trasformando i sogni di un ragazzo povero in una missione che avrebbe cambiato la vita di migliaia di giovani.
Oggi, leggere le Memorie significa entrare nel laboratorio di un santo educatore. È un invito a guardare all’educazione come missione, a credere che ogni giovane porta in sé un seme di speranza, e che la pazienza e l’amore possono trasformare la società. È la testimonianza di un sogno che continua a vivere, perché l’Oratorio di Don Bosco non è solo un luogo del passato, ma un modello che ancora ispira.
Struttura e contenuti
Le Memorie sono divise in decadi, ciascuna segnata da eventi decisivi:
-
1815–1825: Infanzia e sogno fondativo
Don Bosco nasce a Morialdo, perde presto il padre e cresce sotto la guida della madre Margherita. Racconta il celebre “sogno dei nove anni”, che orienterà tutta la sua missione educativa: conquistare i giovani con la dolcezza e la carità, non con la forza. -
1825–1835: Giovinezza e formazione
Gli anni di studio a Chieri, l’amicizia con Luigi Comollo, la “Società dell’allegria”. Incontri decisivi con don Calosso e don Cafasso, che lo avviano alla vita sacerdotale e alla spiritualità. -
1835–1845: Seminario e primi ministeri
Ordinato sacerdote nel 1841, Don Bosco inizia a dedicarsi ai giovani poveri di Torino. Nasce l’Oratorio festivo, luogo di catechesi, gioco e formazione. -
1846–1855: Consolidamento dell’Oratorio
Trasferimento a Valdocco, costruzione della chiesa di San Francesco di Sales, prime case di accoglienza e scuole artigianali. Qui prende forma il Sistema preventivo, basato su ragione, religione e amorevolezza.

