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San Giovanni Bosco: un Sacerdote per i giovani

Il 30 ottobre 1835 Giovanni entrava finalmente nel seminario di Chieri. Aveva ricevuto l'abito chiericale a Castelnuovo all'età di 20 anni e qualche mese. Rimase in questo seminario sei anni, compiendovi studi filosofici e teologici.

Nel periodo del seminario, abbandonato gradualmente il vivacissimo e giocoso ritmo di vita degli anni precedenti, il chierico Bosco concentra i suoi sforzi nella qualificazione culturale e nell'impegno spirituale per plasmarsi secondo il modello sacerdotale che gli viene proposto, senza però perdere mai la sua cordiale umanità.

 

Qualificazione e scelte pastorali

 Dopo l'ordinazione avvenuta a Torino il 5 giugno 1841 e i cinque mesi di esperienza sacerdotale a Castelnuovo, don Giovanni Bosco entra al Convitto Ecclesiastico di san Francesco d'Assisi a compiervi gli studi di teologia morale richiesti per poter essere ammesso all'esame di Confessione.

L'aspetto spirituale e quello pastorale si fondono talmente in questa scuola che non pare possa esistere per il sacerdote altra via alla santità se non la cura infaticabile, infiammata di carità ed affetto, per le anime affidategli.

 

La scelta preferenziale dei giovani pericolanti ed emarginati

Al neo sacerdote vennero fatte diverse proposte di ministero. Lo chiamano a Genova come istitutore di una famiglia nobile. Gli abitanti di Monaldo lo vogliono loro cappellano, il parroco di Castelnuovo lo propone come suo viceparroco… egli le lasciò cadere tutte.

Don Bosco arriva a Torino proprio mentre stanno emergendo i primi sintomi delle problematiche politiche, sociali e religiose della prima industrializzazione. Ebbe modo di conoscere la situazione della povera gente e soprattutto dei giovani. Percorreva le strade dei quartieri poveri, e visitando le soffitte e le abitazioni degli immigrati ebbe ben presto occasione di vedere e vivere scene di miseria e violenza di cui erano protagonisti e vittime innumerevoli giovani. I sobborghi erano cinture di desolazione. Adolescenti vagabondano per le strade, carichi di aggressività, disoccupati, intristiti, pronti al peggio. Don Bosco prega: «Signore, aiutami a essere il salvatore di questi giovani».

 

Tutto cominciò con un’Ave Maria

L'8 dicembre 1841 la Provvidenza gli indicò la strada che doveva seguire per la salvezza di tante anime. Il giovane manovale Bartolomeo Garelli, entra nella sacrestia della chiesa di San Francesco d'Assisi in cerca di un po' di calore. Un sacrestano lo scambia per un ladro e lo caccia a bastonate. Don Bosco interviene: «È un mio amico». S'inginocchia con lui, dice un'Ave Maria, gli fa un semplice catechismo. Ha trovato un sacerdote che gli parla con dolcezza da amico, così da strappargli un sorriso che forse mancava da molto tempo su quel volto. Con il suo aiuto il giovane riapprese il segno della croce e l'Ave Maria. Da quella preghiera e da tanta amorevolezza nasceva in quel giorno la grande realtà dell'Oratorio Salesiano.

 

«Mia madre è morta » 

Il sacrestano gli corse dietro gridando: «Ehi, ragazzo! ». Lo raggiunse, lo tranquillizzò e lo riportò accanto a me. Mortificato e tremante stava lì a guardarmi. Gli domandai con amorevolezza: - Hai già ascoltato la Messa?  - No. 

- Vieni ad ascoltarla. Dopo ho da parlarti di un affare che ti farà piacere. 

Me lo promise. Desideravo far dimenticare a quel poveretto le botte ricevute e cancellare la pessima impressione che doveva avere sui preti di quella chiesa. Celebrai la santa Messa, recitai le preghiere di ringraziamento, poi lo condussi in una cappellina. Con la faccia allegra gli assicurai che più nessuno l'avrebbe picchiato, e gli parlai: 

- Mio caro amico, come ti chiami? - Bartolomeo Garelli. 

- Di che paese sei? - Di Asti. 

- È vivo tuo papà? - No, è morto. 

- E tua mamma? - Anche lei è morta. - Quanti anni hai? - Sedici. 

- Sai leggere e scrivere? - Non so niente. 

- Hai fatto la prima Comunione? - Non ancora. 

- E ti sei già confessato?- Sì, ma quando ero piccolo.

- E vai al catechismo?- Non oso. - Perché? 

- Perché i ragazzi più piccoli sanno rispondere alle domande, e io che sono tanto grande non so niente. Ho vergogna. - Se ti facessi un catechismo a parte, verresti ad ascoltarlo? - Molto volentieri. 

- Anche in questo posto? - Purché non mi prendano a bastonate. 

- Stai tranquillo, nessuno ti maltratterà. Anzi, ora sei mio amico, e ti rispetteranno. Quando vuoi che cominciamo il nostro catechismo? 

- Quando lei vuole. - Stasera? - Va bene. - Anche subito?  - Con piacere. 

 

Tutto nacque da una lezione di catechismo 

Mi alzai e feci il segno della santa Croce per cominciare. Mi accorsi però che Bartolomeo non lo faceva, non ricordava come doveva farlo.  

A Bartolomeo si aggiunsero altri giovani. Durante quell'inverno radunai anche alcuni adulti che avevano bisogno di lezioni di catechismo adatte per loro. Pensai soprattutto a quelli che uscivano dal carcere. Toccai con mano che i giovani che riacquistano la libertà, se trovano un amico che si prenda cura di loro, sta loro accanto nei giorni festivi, trova per loro un lavoro presso un padrone onesto, li va a trovare qualche volta lungo la settimana, dimenticano il passato e cominciano a vivere bene. Diventano onesti cittadini- e buoni cristiani. 

Questo è l'inizio del nostro Oratorio, che fu benedetto dal Signore e crebbe come non avrei mai immaginato. 

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