Nome: REMIGIO
Remigio fu colui che convertì al Cristianesimo, alla fine del VI secolo, il Re Clodoveo, e con lui i suoi Franchi. Per questo S. Remigio, battezzatore del Re Clodoveo, viene chiamato “Apostolo della Francia”, anche se prima di lui numerosi missionari, molti martiri e diversi grandi vescovi avevano preparato il terreno per il trionfo del Cristianesimo. Remigio era Vescovo di Reims, e riuscì a conquistare il cuore del Re pagano con l’aiuto della moglie, la regina Clotilde, già cristiana, e anch’essa venerata come Santa. Il sovrano barbaro, rude e impetuoso, restò colpito dalla saggezza e dalla sincerità del Vescovo cristiano, nei cui confronti dette prova di grande rispetto. Accettò il Battesimo dopo la vittoria sugli Alemanni, che lo minacciavano al di là del Reno, e dopo la battaglia di Tolbiac, nel Natale del 496, entrò nella cattedrale di Reims e piegò il capo superbo davanti al Vescovo Remigio, che lo battezzò cristiano. “Piega dolcemente la testa - gli aveva detto; - adora quello che bruciasti e brucia quello che adorasti”. E come consiglio politico: “Soccorri gli afflitti, abbi cura delle vedove e degli orfani. Usa le tue ricchezze per liberare i prigionieri e per sciogliere le catene agli schiavi”. E infine gli diede questa massima di saggezza: “Divertiti con i giovani, ma delibera con i vecchi”.
Con lui, dicono le cronache, San Remigio battezzò tremila Franchi: fu dunque una conversione in massa di quasi tutto un popolo, rappresentato dai suoi capi, al seguito del loro Re. Di S. Remigio, dopo questo episodio, non si sa molto di più. Sappiamo che scrisse molto, ma le sue opere non ci sono pervenute. Dalle poche lettere rimasteci affiora l’immagine di un uomo colto e sapiente, saggio e anche energico. Dovette vivere molto a lungo, se Gregorio di Tours, tessendone l’elogio, dice che resse il pastorale per settanta anni e più. Stando a questa indicazione, dunque, egli dovette morire centenario, verso il 530, onorato dai Franchi come loro guida spirituale, e venerato dai cristiani quasi come un nuovo apostolo.
Nome: TERESA
Teresa Martin nacque ad Alençon il 3 gennaio 1873, ultima di numerose sorelle, da genitori di fede luminosa e intensa. Ancora piccola pregava con espressioni ( e una dottrina) che stupivano tutti. Nella sua famiglia diventò come “la piccola regina”, legata alla mamma Zelia e al papà Luigi, di un affetto straordinario. Orfana di mamma a quattro anni concentrò sul papà , il suo affetto, diventando sempre più sensibile verso gli infelici. Portata ad amare e ad essere amata, sperimentava in modo singolare la paternità di Dio, l’intimità con Gesù, considerato “l’unico Amico”, la fraternità verso tutti, come fratelli da condurre a Lui con la forza della preghiera, dell’amore e del sacrificio. Una particolare devozione alla Madonna e a Gesù Eucarestico le diede, attorno ai 12 anni, una sicurezza nuova, una forza di affrontare tutte le sofferenze con coraggio e con fiducia. Sulle orme delle sue sorelle maggiori - che, una per una, entrarono al Carmelo di Lisieux - anche Teresa, chiamata da Dio, maturò la sua vocazione di Carmelitana.
A 15 anni, ottenuto il permesso di Papa Leone XIII, cui l’aveva chiesto di persona nel suo viaggio a Roma, poté entrare al Carmelo e intraprendere, illuminata da Gesù, la sua “piccola via” di santificazione, fatta di fedeltà estrema al suo Vangelo, fin nelle più piccole cose, in un clima di fiducia, amore, dedizione assoluta a Dio e alla Chiesa, alla salvezza delle anime, di sacrificio che nulla tiene per sé, ma dona tutto a Lui, guardando al Cristo Crocifisso. Offerta la sua vita a Dio, come vittima di espiazione e di amore, Teresa a 22 anni, si trovò ammalata di tisi, in un lungo cammino di offerta che fece risplendere la sua santità umile e straordinaria. Per obbedienza alle sue Superiore, scrisse “Storia di un’anima”, la sua autobiografia, testimonianza sublime di quanto Dio aveva operato nella sua anima, e che dopo la sua morte il 30 settembre 1897, a soli 24 anni, la fece conoscere al mondo intero. Canonizzata da Pio XI nel 1925, è stata proclamata “dottore della Chiesa” da Papa Giovanni Paolo II il 19 ottobre 1997. E’ la santa patrona delle missioni.